interconnessione in rete di oggetti e macchine

L’interconnessione in rete di oggetti e macchine nell’IoT

L’interconnessione in rete di oggetti e macchine sta ridefinendo sempre di più il modo in cui organizziamo la nostra vita personale e professionale; i dispositivi intelligenti ci aiutano a svolgere mansioni ed a ottimizzare i processi produttivi in azienda.

Quanti sono gli oggetti connessi nel mondo?

Il numero è imponente: 50 miliardi di smart device connessi alla rete Internet che scambiano una quantità impressionante di dati (Big Data) utilizzati per migliorare la vita di tutti i giorni.
E in Italia? Sono 93 milioni le connessioni attive suddivise in connessioni cellulari (34 milioni) e connessioni abilitate da altre tecnologie (59 milioni).

In testa al mercato ci sono quei settori che attualmente richiedono meno sforzo per implementare e sfruttare l’interconnessione in rete di oggetti e macchine; lo smart metering, infatti, richiede un semplice contatore smart per sfruttare l’IoT e in Italia ne sono stati installati 2.7 milioni di contatori gas intelligenti e 4.8 milioni di contatori elettrici.

Nonostante questi numeri, il settore che fa registrare una crescita maggiore è quello della smart agriculture che racchiude al suo interno tutti i dispositivi IoT in grado di monitorare e controllare i macchinari e le attrezzature agricole; compresi i robot utilizzati per le attività di campo.

Cosa deve avere un oggetto per essere considerato smart?

Per essere considerato smart, un oggetto deve avere necessariamente 2 caratteristiche:

  • Possedere un identificativo univoco (Device ID); questo consente di identificare come unico l’oggetto una volta connesso alla rete
  • Capacità di ricevere e inviare dati; l’oggetto non deve solo saper raccogliere i dati ma deve anche saperli trasferire o ricevere da altri dispositivi in maniera autonoma

Per la seconda caratteristica solitamente ci si affida direttamente al produttore del dispositivo che fornisce un firmware che permette il trasferimento dei dati; in un futuro non troppo lontano si diffonderanno software commerciali in grado di controllare e gestire dispositivi di ogni tipo.

Per capire meglio i possibili oggetti smart esistenti ecco un elenco eterogeneo di dispositivi IoT presenti attualmente nel mondo:

  • Televisore
  • Impianto d’allarme
  • Tornio industriale
  • Casello autostradale

Sono tutti oggetti connessi che ricevono e inviano dati e che possono regolarsi in maniera autonoma.
Come? L’esempio più semplice riguarda l’ambito casalingo, quando torni a casa e trovi il riscaldamento acceso e impostato in funzione della temperatura esterna stai usufruendo dei benefici dell’IoT.

Qualche esempio più complesso ma non troppo futuristico? I semafori, dotati di sensori per rilevare il traffico, si attivano in caso di code o rallentamenti per regolare al meglio il traffico cittadino; inoltre, i dati raccolti vengono inviati ai navigatori per consigliare percorsi alternativi e agevolare la circolazione delle automobili.

Esistono diverse tipologie di oggetti connessi?

La risposta è sì; sono suddivisi in funzione della capacità di elaborazione dei dati raccolti:

  1. Rilevare e comunicare dati
  2. Rilevare e trasferire più tipologie di dati
  3. Effettuare un primo livello di elaborazione dei dati a livello locale e trasferire i risultati ottenuti
  4. Rilevare ed effettuare un primo livello di elaborazione dei dati ed eseguire azioni in funzione di essi
  5. Rilevare ed effettuare un primo livello di elaborazione dei dati, trasmettere solo quelli necessari al progetto nel quale sono coinvolti ed eseguire azioni in funzione delle indicazioni ricevute

Quale linguaggio utilizzare per l'interconnessione in rete di oggetti e macchine?

Per concludere, come per gli esseri umani, anche i dispositivi necessitano di un linguaggio comune per poter comunicare tra loro, questo linguaggio è detto protocollo di comunicazione ed è composto da un insieme di regole utili a definire le modalità di comunicazione tra due o più entità; ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo.