Monitoraggio degli ambienti con i sensori di qualità dell’aria
Sensori di qualità dell’aria, dispositivi utilizzati per rilevare sostanze potenzialmente dannose presenti nell’ambiente che ci circonda, sia luoghi chiusi che luoghi aperti, e comunicare con altri dispositivi i dati raccolti in modo da prevenire il verificarsi di situazioni pericolose.
Cosa sono e a cosa servono i sensori di qualità dell’aria
In un articolo precedente abbiamo affrontato il tema dei sensori e il loro ruolo all’interno dell’Internet of Things; se vuoi approfondire leggi l’articolo “Cosa sono e a cosa servono i sensori IoT”.
Oggi approfondiamo il ruolo dei sensori di qualità dell’aria e la loro importanza per analizzare le sostanze presenti o scarsamente presenti all’interno di luoghi confinati (uffici, edifici pubblici, abitazioni private, ecc…) e all’aperto.
Prima di tutto un sensore di qualità dell’aria è un dispositivo hardware realizzato per rilevare le quantità di una certa sostanza, come vedremo in seguito esistono diverse componenti da controllare per l’aria interna ed esterna, in secondo luogo questa rilevazione viene mostrata all’utente finale in formato numerico.
Con il passare del tempo queste informazioni sono state elaborate e mostrate sempre meglio, associando colori (tipicamente quelli del semaforo per facilitare la comprensione) e aggiungendo la parte intelligente (IoT), cioè implementando la comunicazione tra loro e con il cloud per elaborare i dati raccolti.
Sensori di qualità dell’aria interna
Il monitoraggio della qualità dell’aria in ambienti chiusi (IAQ – Indoor Air Quality) è importante per evitare la Sindrome da Edificio Malato e prevenire cali di attenzione, episodi di allergie o, nei casi più gravi, attacchi d’asma.
Per verificare la composizione chimica dell’aria interna è necessario utilizzare diversi sensori o un dispositivo che li contenga tutti o quantomeno i più importanti come:
- misuratore di temperatura e umidità;
- sensore di CO2;
- rilevatore di VOC (Composti Organici Volatili – formaldeide).
Alcuni esempi comuni di dispositivi in grado di rilevare la qualità dell’aria interna e agire di conseguenza sono gli allarmi antincendio domestici. Questi dispositivi sono dotati di sensori in grado di rilevare le particelle di fumo presenti nell’ambiente e di attivarsi automaticamente quando il livello supera una determinata soglia.
In generale il dispositivo più comune in commercio è in grado di rilevare CO2, umidità e temperatura allo stesso tempo, questo permette di mantenere un comfort adeguato all’interno dei luoghi confinati sia in termini di temperatura che di aria respirata.
Sensori di qualità dell’aria esterna
Spesso si pensa che aprire le finestre per effettuare il ricircolo dell’aria sia una pessima idea in quanto si agevola l’entrata di agenti chimici potenzialmente dannosi per la nostra salute. Questo è vero ma esistono anche sensori in grado di rilevare queste sostanze e avvisarti in caso di pericolo.
Tipicamente l’aria esterna è particolarmente inquinata quando si abita in prossimità di:
- un’autostrada o interporto per la presenza di smog e particolato finissimo derivante dal traffico, soprattutto dal traffico pesante;
- un quartiere industriale per gli agenti inquinanti rilasciati nell’aria anche a causa di sistemi di filtraggio poco efficienti.
Gli inquinanti maggiormente presenti nell’aria sono la CO2 e il particolato (PM2.5 e PM10).
Tra i sensori di qualità dell’aria esterna più utilizzati sono quelli di gas CO2, utilizzati anche in ambito indoor nei sistemi di ventilazione meccanica controllata, e i sensori di gas metano, per rilevare la presenza di sostanze nocive soprattutto in ambito industriale.
I sensori di qualità dell’aria all’interno dei nostri progetti
Anche noi sfruttiamo i dati raccolti dai sensori presenti nei prodotti dei nostri clienti. In particolare abbiamo lavorato a due progetti che richiedevano l’utilizzo di sensori di qualità dell’aria:
- Ventilazione Meccanica Controllata; raccolta di dati derivanti da sensori di qualità dell’aria indoor, come CO2, temperatura e umidità, per automatizzare il funzionamento delle unità in funzione del livello di CO2 rilevato dal sensore, regolare la temperatura dell’aria immessa in base a quella già presente nell’ambiente e attivare la funzione antigelo in caso di abbassamento della temperatura esterna;
- Purificatori industriali; raccolta di dati derivanti da sensori di qualità dell’aria classici come temperatura, umidità e CO2 equivalente (VOC + CO2) e di un sensore per rilevare il PM2.5 (importante per l’industria); questi sensori consentono di automatizzare il funzionamento del purificatore in base ai livelli di PM2.5.
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